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Orfani dopo il femminicidio: le vittime di cui nessuno parla

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Perdono nello stesso momento la madre e il padre. La prima, protagonista dell’ennesimo caso di femminicidio. L’altro, autore del delitto, paga con il carcere o il suicidio. Mentre per loro, gli orfani di questa strage che nel nostro Paese miete più vittime della mafia, inizia una seconda vita nell’ombra e tutta in salita. Fonte La Stampa>>
 

La rivolta delle donne contro la supermulta per l’aborto clandestino

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Il decreto legislativo del 15 gennaio scorso ha depenalizzato l’interruzione di gravidanza clandestina, ma al contempo ha innalzato le sanzioni. Si passa così dalla cifra simbolica di 51 euro (le vecchie 100 mila lire stabilite dall’articolo 19 dalla legge 194 del ’78) a un’ammenda pecuniaria tra 5 mila e 10 mila euro. La conseguenza è evidente: le donne esiteranno sia ad andare in ospedale in caso di complicazioni, sia a denunciare chi ha praticato l’operazione al di fuori dalle strutture pubbliche.  Fonte La Stampa>>
 

Sei denunce al mese a Torino per violenza sessuale sulle adolescenti

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Hanno l’anima e il corpo graffiato dalla violenza, dalle botte, dagli insulti. E quando raccontano quello che hanno subito, lo fanno spesso dopo anni di sofferenze terribili. Giurano che hanno detto basta, che lasceranno per sempre l’uomo, il compagno o il marito, di cui sono innamorate ma che alza le mani su di loro. Ma poi appena il livido scompare, anche la denuncia puntualmente viene ritirata. Succede in un caso su tre, almeno. Ed è un dato allarmante, secondo la procura e, che impedisce di punire i colpevoli, e di portare avanti i fascicoli. Il 30-40 per cento delle denunce finisce così, in un nulla di fatto. Fonte>>
 

Sant’Anna, Mauriziano e Maria Vittoria sono ospedali “a misura di donna”

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«Bollini rosa» per gli ospedali «amici delle donne», con riferimento all’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili. Stamane la premiazione per il biennio 2016-2017, nella cornice della Presidenza del Consiglio dei Ministri: 249 le strutture ospedaliere che si sono distinte, due in Piemonte.  Fonte La Stampa>>
 

Sono italiane le nuove schiave dei campi

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Più affidabili, ma soprattutto più ricattabili e più facili da piegare alla volontà dei caporali: per questo chi controlla il mercato del lavoro agricolo preferisce le connazionali. Nella sola Puglia, secondo i dati della Cgil, circa 40mila braccianti sono gravemente sfruttate con paghe che non superano i 30 euro per 10 ore trascorse a raccogliere fragole o uva. "Non vogliono più stranieri perché loro si ribellano e noi no". Fonte>>
 

Non ce la faccio, mi dimetto. I veri motivi delle madri che lasciano il posto

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Le donne madri si sono dimesse di più dal posto di lavoro, l’anno scorso, rispetto al 2013 (+6%). E in particolare la risoluzione del rapporto ha riguardato chi aveva poca anzianità di servizio (meno di tre anni) e un solo figlio: i soggetti, probabilmente, più deboli. La motivazione prevalente? Tristemente prevedibile: «Incompatibilità tra l’occupazione lavorativa e le esigenze di cura della prole». Fra le difficoltà indicate, in testa c’è l’«assenza di parenti di supporto», segue il «mancato accoglimento al nido», ma anche il «mancato accoglimento della richiesta di part-time». Fonte>>
 

No a violenza e discriminazione: Giunta regionale approva due disegni di legge

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Approvati disegni di legge contro discriminazione e violenza. Un passo importante quello compiuto in Regione per la salvaguardia dei diritti umani. La Giunta ha infatti approvato  i disegni di legge regionale contro ogni forma di discriminazione e per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere e il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli. Fonte>>

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Jobs act atto terzo. Proposte di modifica alle disposizioni in materia di pari opportunità

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Nel 2000 con il dlgs 196 le Consigliere di parità divennero una vera realtà del paese. Una rete composta da Consigliere regionali e provinciali a cui si richiedevano competenze, precise, a cui si attribuivano compiti, doveri e anche risorse. Un decreto promulgato dall’allora Presidente Ciampi, dal Ministro del lavoro Salvi, dalla Ministra per le pari opportunità Belillo in accordo con il Ministro del tesoro Visco e della giustizia Fassino. Fonte>>
 
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